8 marzo giornata di lutto nazionale per le TV locali

Molte televisioni locali sono in procinto di spegnere il segnale nel giro di pochi mesi poiché escluse dalla graduatoria delle emittenti concessionarie di un canale nel nuovo digitale terrestre con tecnologia Dvbt-2.
La lista è stata redatta dal Ministero dello Sviluppo economico al termine della seduta tenuta lo scorso 21 gennaio.
E per le emittenti che sono rientrate con una frequenza di II livello, cioè con capacità trasmissiva provinciale e spesso anche fuori il territorio in cui operano, il nuovo digitale rappresenterà un vistoso aumento dei costi per gli editori.
Per le televisioni provinciali si parla di un canone annuo molto piu’ alto rispetto a quello attualmente corrisposto al fornitore della banda.
I nuovi standard di codifica e decodifica video e le nuove reti di trasmissione – a parere di molti operatori del settore – sarebbero una pura e semplice operazione commerciale poiché le piccole emittenti sarebbero state costrette dal MISE ad abbandonare la banda 700 Mhz le cui frequenze sono state già assegnate agli operatori di telefonia mobile per far posto al nuovo standard di rete 5G.
L’aggiornamento tecnologico ha ridotto gli spazi e molte emittenti private, in passato concessionarie di frequenze, sono rimaste tagliate fuori, irrimediabilmente.
A parere del governo l’operazione dovrebbe consentire alle emittenti provinciali un salto di qualità, sia in termini di efficienza, sia in termini di migliore qualità di trasmissione delle immagini.
Tutto ciò a discapito delle televisioni locali che già pagano a duro prezzo le conseguenze della pandemia, con pubblicità inesistente o quasi e con a rischio tantissimi posti di lavoro.
“Oggi 8 marzo 2022 è una giornata di lutto nazionale per la chiusura di centinaia di televisioni locali”, questo l’incipit dell’appello della REA, Radiotelevisioni Europee Associate, al Presidente della Repubblica e al Parlamento.
È una tragedia nazionale di enorme portata costituzionale ed umana” secondo la REA, la quale chiama a raccolta le firme per sensibilizzare le Istituzioni rispetto alla mancanza di frequenze,
Nelle calamità naturali e in qualsiasi altro evento emergenziale per lo Stato i servizi informativi locali sono tanto più preziosi quanto più le radio e tivù sono piccole. Rispetto alle grandi Reti la differenza la fa la rapidità d’intervento per la preziosa presenza delle locali italiani in ogni angolo del Paese” ha ribadito l’Associazione.
Viene richiesto di rivedere la complessa normativa relativa allo switch del DVB/T2 e del Decreto del Presidente della Repubblica 146/17 ai fini dell’eliminazione degli ostacoli di ordine economico nei confronti delle piccole e medie emittenti locali, evitando un un disastro occupazionale preannunciato che riguarderebbe circa 5.000 dipendenti e più di 1.000 giornalisti su tutto il territorio nazionale.

Fonte:
www.reasat.eu