S’inaugura il 3 ottobre alle 18.00 la mostra che pone in dialogo le opere del pittore
Giustino Caposciutti con i tesori di Marciano della Chiana
Verrà inaugurata il 3 ottobre alle ore 18.00, presso il Museo della Torre di
Marciano, alla presenza delle autorità, la mostra Fragemnta.
L’esposizione, a cura di Lucrezia Lombardo e realizzata grazie al Comune
di Marciano della Chiana ed all’Assessorato alla Cultura, raccoglie le originalissime
tele del pittore Giustino Caposciutti e le pone in dialogo con la
storia del territorio, ospitando, nella Piazza principale del paese, anche le
immagini del Fotoclub di Marciano, raccolte nella mostra “Angolo
stretto” (immagini scattate da Diego Ciminaghi, Filippo Secciani, Flavio
Mascagni, Giancarlo Valentini, Alino Aria, Claudia Rosi, Davide Sacchetta,
Sara Carroso, Luca Scarpelli, Giuseppe Alessandrini, Stefano Biagini).
A partire dai reperti rinvenuti durante il restauro della Torre -molti dei quali
appartenenti ad utensili e maioliche colorate-, l’esposizione Fragmenta propone
al fruitore una nuova chiave di lettura “dell’idea di bellezza”, andando
a valorizzare quel che è invisibile e spezzato, nella convinzione che proprio
in ciò che sfugge ai primi piani si annidi l’autenticità.
Attraverso la maestria delle tele di Giustino Caposciutti, affiancate da alcuni
antichi codici manoscritti, la mostra si prefigge di risvegliare nel pubblico
quel sentimento di stupore che soltanto l’arte riesce a suscitare, proprio in
virtù dalla prospettiva inusuale che spalanca. La frammentarietà -che è poi
la condizione dell’uomo contemporaneo- può dunque mutarsi in creazione,
in meraviglia, riempiendo di colore lo spazio.
L’arte contemporanea, del resto, è chiamata a confrontarsi con la tradizione ed in tal senso le opere di Caposciutti fluttuano come stendardi medievali all’interno del vasto salone,
proiettando le loro sfumature sulle pareti secolari e sul pavimento in cotto,
in un gioco di luci e tessuti brillanti. E’ negli orditi di lino, cotone e seta che
l’artista ricerca la sostanza della propria poetica e, alla maniera di Michelangelo,
utilizzando un metodo nobile e pratico, egli riesce a dare origine ad
un fare sottrattivo che perviene “all’essenza delle cose”.
Quel che rimane della stoffa, dopo un lento e sapiente lavoro, è un intreccio di trame sottili e spesse, colorate con verdi, gialli e rosa accecanti, che proiettano le loro
geometrie sull’ambiente. Il modo di dipingere di Caposciutti si denota perciò
come “una ricerca dell’anima della materia”, della quale viene indagata
“la sostanza ultima” che prende forma nella trasparenza degli orditi, quasi
fossero il simbolo di un invisibile che si fa visibile.
Oltre ai lavori del pittore, Fragmenta ospita alcuni codici che s’inseriscono
nella cornice della mostra in quanto rappresentano una testimonianza preziosa
ed unica della vita del borgo nei tempi trascorsi. Passato e presente,
dunque, si toccano e conferiscono all’esposizione la struttura di un racconto
che ha per protagonisti il mondo contadino di questa valle e l’uomo dei nostri
giorni.