“Boy, ragazzo, per vincere una guerra ci vuole sacrificio”. Con queste parole, tratte dal discorso di Colin Bell, nipote di “Jock”, è stato ricordato questa mattina in Sala San Michele il Maggiore neozelandese John Robert “Jock” McGruther, a cui il Comune di Castiglion Fiorentino ha conferito la cittadinanza onoraria a ottant’anni dalla sua morte, avvenuta il 14 luglio 1944 sul Monte Camurcina, tra Castiglion Fiorentino e Arezzo, durante l’avanzata alleata verso la liberazione della Toscana.
Alla cerimonia hanno partecipato alcuni dei familiari del Maggiore McGruther, giunti dalla Nuova Zelanda dopo un viaggio di oltre 36 ore. Presenti i nipoti Heather Joy Cardon, Alison Suzanne Tyler, Colin Bell insieme alla moglie Beryl Bell, i pronipoti Darrell Bell, Emma Bell e l’amica di famiglia Suesan Practyl.
Durante l’incontro, moderato dal sindaco Mario Agnelli alla presenza della Giunta comunale al completo, sono intervenuti i parenti del Maggiore McGruther, la dott.ssa Claudia Grosso per le Relazioni Istituzionali dell’Ambasciata neozelandese in Italia, l’Assessore alla Cultura Massimiliano Lachi e i Capigruppo in Consiglio Comunale Beatrice Berti e Paolo Brandi. Presente alla cerimonia anche il Consigliere regionale Filippo Boni.
“Jock sarebbe stato orgoglioso di tutto questo”, ha detto il nipote Colin Bell, “anche se, conoscendolo, sarebbe stato enormemente imbarazzato per l’attenzione.
Ricorderemo sempre il suo impegno per la libertà e faremo in modo che le future generazioni ne custodiscano i valori”.
Il nipote Colin Bell si è lasciato andare ad alcuni ricordi di suo zio quando lui era solo un bambino. “Mi ricordo quando metteva me e mio fratello dentro un sacco, o nel cestino della spesa di mia madre, e ci faceva dondolare.
O quando ci faceva sedere sulle sue ginocchia mentre muoveva le gambe su e giù al ritmo di qualche canzone che cantava. Per due bambini piccoli era come cavalcare un cavallo imbizzarrito”.
“Sono certo”, ha concluso Colin Bell, “che se mio zio fosse qui oggi a parlare al posto mio, direbbe qualcosa come questo:
per vincere una battaglia o una guerra non basta un solo uomo. Più di novecento dei miei compagni riposano nel cimitero militare di Assisi, dopo aver pagato il prezzo più alto.
Accolgo questo riconoscimento non solo per me, ma a nome di tutti coloro che sono caduti in combattimento accanto a me”.
“Si è sacrificato per la conquista della libertà” – ha detto Paolo Brandi, capogruppo di Rinascimento Castiglionese, che nella serata di giovedì aveva proiettato al Rivaio il docu-film da lui realizzato sulla storia di Jock.
“Poteva scegliere di tornare a casa e salvarsi la vita, ma preferì tornare al fronte per difendere il bene più prezioso: la libertà” – ha aggiunto Beatrice Berti, capogruppo di Libera Castiglioni.
Un messaggio dell’Ambasciata della Nuova Zelanda in Italia ha ricordato come “il legame tra Italia e Nuova Zelanda affondi le radici nella storia della Seconda guerra mondiale, quando migliaia di soldati neozelandesi combatterono al fianco degli alleati per la liberazione dell’Italia.
Un’amicizia nata nei momenti più bui del Novecento, ma destinata a durare nel tempo.
L’amicizia fra i due popoli resta oggi una risorsa preziosa per affrontare insieme le sfide globali e costruire un futuro migliore”.
“C’è un’iconica foto che ritrae un gruppo di soldati che nel luglio del ’44 entra in una Castiglioni appena liberata”, ha ricordato l’Assessore alla Cultura Massimiliano Lachi.
“Oggi, con questa cerimonia, abbiamo dato un volto e una storia a quegli uomini, rendendo omaggio a chi sacrificò la propria vita per Castiglion Fiorentino e per l’Italia intera”.
“Un’iniziativa particolare, in una settimana particolare”, dichiara il Sindaco Mario Agnelli, “che ha reso ancora più vivo un ricordo prezioso.
Oggi abbiamo conferito la cittadinanza onoraria a una delle tante vittime dell’inciviltà, un gesto votato all’unanimità dal Consiglio comunale, che unisce le istituzioni e rafforza il legame tra la nostra comunità e la Nuova Zelanda.”
John Robert McGruther
John Robert McGruther nacque il 25 giugno 1915 a Tamahere, in Nuova Zelanda. Figlio di un insegnante, crebbe tra la Nuova Zelanda e le Isole Cook.
Studente brillante al King’s College di Auckland, dove fu anche capitano della squadra di rugby, abbandonò gli studi nel 1936 per aiutare la famiglia e salvare la fattoria di casa, riportandola alla prosperità con impegno e determinazione.
Nel 1939, allo scoppio della guerra, Jock e suo fratello Colin si arruolarono volontari.
Dopo l’addestramento in Egitto combatté a Creta, dove fu gravemente ferito. Nonostante ciò, rifiutò un incarico sicuro e tornò al fronte.
Da maggiore del 24° Battaglione neozelandese, prese parte alla battaglia di Monte Cassino e alla presa del Castello di Sora, guidando i suoi uomini con coraggio e lealtà.
Nel luglio del 1944, durante l’avanzata verso la Toscana, fu colpito da un mortaio sul Monte Camurcina e morì poche ore dopo.
A ritrovare e seppellire il suo corpo fu proprio il fratello Colin, in un gesto di profondo dolore e fraternità.
Oggi Jock riposa nel Cimitero Militare di Guerra di Assisi, ma il suo ricordo continua a vivere grazie alla sua famiglia e all’amore di Peg Sandoe, giovane volontaria del Waac e suo grande amore, che ogni anno dal 1945 fece pubblicare un necrologio in sua memoria.







