Cortona: sabato il concerto “Il Mosaico” a favore del Balletto ucraino “Veseli Cherevychky”

Sabato 28 maggio 2022, alle ore 21.00, l’Auditorium Sant’Agostino (Via Guelfa 40), a Cortona, ospiterà il concerto della Jugendorchester “Il Mosaico”, formazione svizzera, diretta dal Maestro Hermann Ostendarp. Si tratta di un concerto di beneficenza per la raccolta fondi a favore degli oltre 400 allievi e allieve della scuola di danza ucraina di Leopoli, diretta da Maria e Volodymyr Chmyr. Il Balletto giovanile “Veseli Cherevychky”, colpito e devastato, dal 2014 ad oggi, dall’attuale conflitto, è stato, tuttavia, premiato in numerosi concorsi internazionali, da Washington a Damasco.

Padrino dell’evento cortonese e della solidarietà musicale internazionale è il direttore e pianista Andras Schiff che ha collaborato con l’Orchestra nel 2003, in occasione dell’esecuzione dell’opera per bambini Brundibár. L’opera fu composta nel 1938 da Hans Krása con i testi di Adolf Hoffmesiter e partecipó ad un concorso di opere per bambini. Fu rappresentata la prima volta nella Praga occupata dai bambini dell’Orfanatrofio Ebraico in Belgicka Street. La seconda rappresentazione di Brundibár si tenne a Hagibor nel 1942, prima dell’inizio delle deportazioni degli Ebrei della Boemia e della Moravia. Nel luglio 1943, lo spartito di Brundibár venne introdotto clandestinamente nel campo dove fu riorchestrato da Krása per gli strumentisti presenti e capaci di suonare. La prima esibizione della versione di Terezín si tenne il 23 settembre 1943 nell’ingresso delle baracche di Magdeburgo.

Intuendo il potenziale propagandistico di questa enorme e popolare impresa artistica, i Nazisti organizzarono uno speciale allestimento di Brundibár per il film di propaganda Theresienstadt-eine Dokumentarfilm aus den jüdische Siedlungsgebiet (diretto da Kurt Gerron). La stessa messa in scena venne adottata in occasione della visita del campo da parte della Croce Rossa Internazionale nel settembre 1944. Si tratta dell’ultima delle cinque performances tenutesi nel ghetto di Terezín; due settimane dopo, iniziarono le deportazioni degli artisti ad Auschwitz e in altri Paesi dell’Est, ponendo fine alla maggior parte della produzione teatrale del campo.
Ecco perchè il Maestro Schiff, toccato nel profondo della sua memoria – come ci ha raccontato – ha accettato, immediatamente, la richiesta di essere padrino del concerto cortonese dell’Orchestra “Il Mosaico”.

Locandina

Il programma si apre con la Cantata 147 di Johann Sebastian Bach, con la celebre sezione corale Jesus bleibet meine Freude, composta dal maestro tedesco nel 1723, dal tono solenne che esprime l’amore per l’eterna gioia dell’anima e del corpo donateci da Cristo, quale linfa vitale contro le sofferenze umane. Segue l’esecuzione dell’Egmont ouverture op. 84 di Ludwig van Beethoven, scritta per l’omonima tragedia di Goethe, nella quale si mette in luce, musicalmente, la lotta per la libertà, l’autodeterminazione del popolo contro l’oppressione politica, fino alla celebrazione della vittoria finale sulla tirannia. Da Beethoven a Johannes Brahms, con l’esecuzione del Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 op. 83, eseguito per la prima volta a Budapest, nel 1881, proprio dall’autore in veste di pianista; un inno alla vita nel quale riecheggiano melodie del folklore tedesco, permeate dal Romanticismo, ora calmo ora emozionalmente concitato. Brahms passa il testimone a Miroslav Skoryk, comositore contemporaneo, originario proprio della città di Leopoli (Ucraina), scomparso recentemente a Kiev.

Il Mosaico eseguirà Melodia in La minore, composizione nella quale potremo apprezzare lo stile mitteleuropeo del maestro, influenzato dalle correnti musicali tedesche e inglesi. Un brano affascinante e caratteristico di questo importante autore ucraino, insignito dei titoli di People’s Artist of Ukraina e di Eroe dell’Ucraina. Chiude l’esibizione un brano della tradizione ucraina, la Dubo Dance. Dubo, in ucraino, significa Quercia. Si tratta quindi di una corrispondenza musical-botanico-esistenziale tra la maestosità, la capacità di adattamento di questo albero, dalle radici profonde e secolari, resistente alle più diverse ed estreme condizioni, simbolo di forza e solidità, proprio come il popolo ucraino.