Un’estate di ripresa per le attività di Cortona Sviluppo, la società «in house» del Comune di Cortona realizza risultati positivi in un quadro reso difficile dall’impennata dei costi energetici. L’agenda del comparto cortonese dei congressi, mostre, festival e fiere, quello che ha come fulcro il Centro convegni Sant’Agostino, è tornata a riempirsi di appuntamenti.
Grazie alle iniziative dell’Amministrazione comunale e per merito della vivacità del tessuto sociale e culturale, si è verificata una consistente ripresa degli appuntamenti dedicati alla scienza e alla cultura, ma anche alle attività espositive e fieristiche, senza contare i festival e gli eventi che hanno caratterizzato gli ambienti di via Guelfa.
Da ricordare come il Centro Convegni si sia riaffermato come punto di riferimento per le università straniere, da Alberta a Toronto, ma anche teatro di nuovi appuntamenti culturali come Nume Academy & Festival e Kilowatt Festival, oltre alla storica Cortonantiquaria. Il presidente di Cortona Sviluppo Fabio Procacci e tutto lo staff della società possono guardare con ottimismo al futuro con l’unica incognita dei costi crescenti dell’energia. Si tratta di un tema che preoccupa l’intera filiera industriale del settore fiere e convegni.
I numeri però non lasciano dubbi: da dicembre ad agosto di quest’anno le presenze del Centro convegni Sant’Agostino sono state oltre 16mila, nel 2019 erano state 14.655. Da sottolineare che nei mesi di giugno luglio e agosto sono state occupate in media almeno 2/3 sale ogni giorno, negli anni passati l’utilizzo di più sale lo stesso giorno si verificava in maniera sporadica. Ad esempio, quest’anno a giugno sono state occupate 71 sale in 30 giorni.
Riguardo il mattatoio comunale, altro asset di Cortona Sviluppo, dopo il piano di investimenti da 700mila euro, si registra una crescita consistente del fatturato. Se ad agosto 2021 era stato di 52mila euro, nello stesso periodo di quest’anno il fatturato si è attestato a 84mila euro. Un aumento che dipende dai maggiori servizi offerti e dalla capacità produttiva aumentata di quello che è a tutti gli effetti un servizio pubblico per la filiera alimentare locale.