«Confindustria ha ragione: 50 anni di governo di sinistra in Toscana avevano prodotto già prima dell’emergenza covid una stagnazione mitigata quasi solo dall’export. La sinistra ha spento la Toscana felix. Inutile oggi chiedere a chi ha fallito di cambiare. Bisogna cambiare chi ha fallito, ovvero lasciare spazio a chi come Forza Italia ha competenza, capacità ed esperienza per invertire la rotta, riaccendere i motori dello sviluppo e fare della Toscana la prima regione d’Italia. La crescita ha bisogno di noi»: così il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, candidato capolista per Forza Italia nella provincia di Lucca alle prossime elezioni regionali, raccogliendo le istanze espresse oggi dal presidente toscano di Confindustria Alessio Marco Ranaldo.
«Oggi – conferma Marchetti – la crisi innescata dalla pandemia non fa che acuire le criticità che nei decenni la sinistra ha reso endemiche in Toscana. Abbiamo un record di aree bianche e c’è bisogno di una digitalizzazione spinta. Abbiamo tratte ferroviarie e un reticolo stradale in larga misura fermo all’era Granducale, e invece la modernità passa per l’infrastrutturazione del territorio con un’opera di modernizzazione che deve abbracciare e unire l’intero territorio regionale, dalla costa alle aree montane e alle isole. Dobbiamo abbattere le barriere e aprire la Toscana a un mondo che ha voglia di arrivarci per turismo, cultura ed economia. Per farlo, dobbiamo raddoppiare l’aeroporto di Pisa e dotare Firenze della pista più bella del mondo mentre qualifichiamo gli scali territoriali».
Marchetti tende la mano: «Con Forza Italia si può. Noi ci siamo – incalza – e invece oggi l’impresa e l’industria sono lasciate sole. Non parlo di sussidi. Chi produce vuole poterlo fare, non aspettare la manna dal cielo. Bisogna però sollevare l’industria dalle pesantezze burocratiche, da un fisco che opprime soprattutto per quanto riguarda il costo del lavoro, dall’impossibilità di conferire e smaltire correttamente e in modo profittevole gli scarti di produzione. Soprattutto distretti e filiere oggi mancano di un’impiantistica dedicata allo smaltimento tecnologico e sostenibile dei loro rifiuti, e restano ostaggio di un sistema di governo che li tiene al laccio per avere controllo e consenso. Tutto annunci e pochi fatti. Noi siamo l’opposto. Una volta al governo della Toscana ingraneremo la quinta e spingeremo il sistema al decollo. La nostra terra ha ogni potenzialità per spiccare il volo, ma ha bisogno di una politica che dia l’abbrivio. Quelli siamo noi. No decrescita felice, sì crescita entusiasta».