Il 15 aprile ricorre la festività di S.Vincenzo; solitamente nel mese di aprile , quest’anno il 25 alle ore 11, viene celebrato con vari rituali evocativi nella parrocchia di S. Maria e S.Cristina in Val di chio, rituali legati alla vita contadina di un tempo che seguiva maggiormente l’ordine naturale degli eventi.
Pochi decenni fa, stagioni, lunario e festività erano cardini di un vivere quotidiano per l’uomo che trovava stabilità e armonia col creato, in una forma di convivenza e di estremo rispetto. San Vincenzo, di origine spagnola, appartenente all’ordine domenicano, fu figura importante della sua epoca, molti lo ricordano come l’angelo dell’Apocalisse, per le sue invettive contro l’inadeguatezza del clero della sua epoca e per aver risolto diplomaticamente lo scisma d’Occidente.
In maniera più popolare è considerato il protettore dei muratori per un miracolo in cui salvò da morte certa un costruttore, ma ancor di più viene ricordato in ambito agricolo, per la sua protezione ai raccolti, operando miracoli contro la siccità e le alluvioni.
Ecco che nei riti oltre ad essere invocato attraverso i falò a lui dedicati, vengono costruite croci e frasche, che vengono benedette durante la S.Messa e poi poste nei campi per proteggere ciò che è stato seminato. Ci si affida alla Provvidenza dopo tanto lavoro, in armonia col creato e nel rispetto della natura che oggi l’uomo sembra aver quasi dimenticato.