La giunta regionale ha approvato linee guida per chi, ente pubblico toscano, appalta lavori o servizi. L’obiettivo è duplice: offrire ai cittadini opere e servizi di buona qualità, costantemente verificati, ma anche mantenere buona occupazione. Del resto i contratti pubblici per forniture, servizi e lavori rappresentano una leva fondamentale nel sostenere l’economia: lo saranno probabilmente ancora di più nel prossimo futuro, con il pubblico chiamato, dopo la crisi conseguente all’emergenza sanitarie, ad accrescere la mole di investimenti. Presidiare il settore diventa dunque strategico.
L’approvazione della “Guida operativa per l’utilizzo dell’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto tra qualità e prezzo negli appalti di lavori pubblici di sola esecuzione” e le “Linee guida per l’impostazione del criterio qualità-prezzo nel gare per l’affidamento dei servizi, con riferimento particolare ai servizi di alta intensità di manodopera” sono l’esito di un percorso di confronto avviato nel 2018 tra l’assessorato alla presidenza, le parti sociali (ovvero i sindacati e organizzazioni datoriali più rappresentative) e gli enti locali (attraverso Anci, l’associazione dei Comuni). Il primo risultato raggiunto è stato la firma di un protocollo d’intesa sulla qualità del lavoro e la buona impresa a gennaio del 2019. Quindi, ad aprile dello stesso anno, è stata approvata una legge per la valorizzazione della buona impresa negli appalti pubblici. Guida e linee di riferimento sono la concretizzazione del terzo fondamentale risultato in attuazione del protocollo. L’obiettivo è creare un insieme virtuoso che miri ad innalzare la qualità del sistema, accresca la competitività delle imprese toscane ma con la soddisfazione dei cittadini per le opere realizzate e i servizi erogati, tuteli la dignità del lavoro e garantisca una migliore definizione della documentazione di gara e un controllo puntuale nelle fasi di esecuzione del contratto.
Agli incontri che si sono succeduti in questi mesi per definire le linee guida hanno partecipato, oltre ai tecnici della Regione (dal settore contratti a quello patrimonio e logistica, ma anche difesa del suolo, protezione civile e direzione mobilità e trasporti), enti del servizio sanitario e naturalmente Anci, sindacali e organizzazione datoriali. Il confronto proseguirà nei prossimi mesi per verificare se saranno necessarie integrazioni o eventuali modifiche alla linee guida già approvate.