“Il paese che vorrei”: il progetto culturale dell’ICEC

Dar voce ai giovani e partire dal loro punto di vista, dai loro bisogni e desideri per migliorare il territorio in cui vivono.

5 aree tematiche per altrettante proposte operative tutte finalizzate alla salute e benessere anche dell’ambiente circostante dei giovani e delle famiglie con un occhio di riguardo alla cultura e all’innovazione. 

E’ questo “Il paese che vorrei” descritto dai ragazzi e le ragazze di età compresa tra sedici e diciotto anni provenienti dalla Valdichiana. 

Si tratta di “una piccola indagine qualitativa tra i desideri materiali e immateriali dei giovani” – fa sapere Elisa Canocchi, Presidente dell’ICEC che ha supervisionato l’indagine – “è interessante osservare come bisogni e desideri siano comuni e condivisi, a testimonianza di un sentire collettivo che trascende i confini locali”.

E quindi, si pone l’accento sulla creazione di centri di aggregazione come biblioteche, centri culturali, sale polivalenti, spazi di studio ma anche sul collegamento tra istruzione e mondo del lavoro; sull’incremento delle aree verdi e manutenzione di parchi e spazi pubblici ma anche sull’utilizzo di energie rinnovabili e sulla promozione del riciclo con sistemi incentivanti.

Si prende in esame anche il capitolo “Infrastrutture e Mobilità” con la manutenzione delle strade e ampliamento delle piste ciclabili oltre al potenziamento della rete dei trasporti pubblici e introduzione di sistemi di sicurezza come telecamere e controlli. 

Particolarmente delicata è l’area tematica dedicata alla “Salute e Benessere” e decisamente significative sono le risposte che vengono date che mettono in luce disagi e problematiche che riguardano tutta la famiglia. 

Si chiede, infatti un miglioramento e un accesso facilitato alle cure sanitarie, con particolare

attenzione alla salute mentale oltre alla creazione di centri di ascolto e consultori per supportare i giovani e le famiglie.

E poi c’è il capitolo “Cultura e Innovazione” dove si chiede una maggiore digitalizzazione dei materiali didattici e un aggiornamento degli strumenti culturali oltre all’organizzazione di eventi culturali e sportivi che favoriscano la partecipazione e l’integrazione. 

“L’obiettivo era quello di raccogliere idee, bisogni e aspettative riguardo alla vita nel territorio ed è sempre interessante vedere con gli occhi di un giovane perché senza sovrastrutture possono delineare e descrivere i pregi e i difetti di quel paese o di quello specifico settore.

Non so se potremo realizzare in toto le varie richieste ma c’è sempre l’impegno di aggiustare il ‘tiro’ e di venire incontro alle loro esigenze” conclude la Presidente di ICEC, Elisa Canocchi