Ventotto eventi e altrettanti spazi suggestivi nell’intera Val di Chiana aretina, oltre duemila spettatori, più di cento artisti e lavoratori dello spettacolo dal vivo coinvolti. Orgoglio e soddisfazione per gli organizzatori della XXVI edizione del Festival delle Musiche che mettono in archivio un’edizione voluta con forza e sacrificio. Ad iniziare da Officine della Cultura, ideatrice e curatrice degli eventi, che saluta l’edizione nel suo anno più difficile con le parole di Massimo Ferri e dei direttori artistici Alessandro Perpich, Massimiliano Dragoni e Luca Roccia Baldini: “La conclusione del Festival e il suo successo non scontato rappresentano per tutti noi non una fine ma un nuovo inizio, per lo spettacolo dal vivo, per le professionalità che lo rendono autentico e pulsante, per il suo pubblico. Un ringraziamento speciale va alle amministrazioni della Val di Chiana che non hanno rinunciato al sostegno economico e creativo alla manifestazione, pur in tempi difficili, consapevoli del profondo legame esistente tra cultura, economia e benessere di una collettività. Gli ottimi risultati del Festival siano lo stimolo per una stagione invernale altrettanto lungimirante, produttiva e ricca di fruttuose sinergie”.
Dello stesso avviso i sette Comuni che hanno ospitato gli eventi del Festival, ad iniziare da Monte San Savino con il Festival Musicale Savinese, Marciano della Chiana con lo scrigno della sezione di Musica Antica Suoni dalla Torre, e ancora Cortona, Lucignano, Foiano Della Chiana, Castiglion Fiorentino e Civitella in Val di Chiana. Oltre al sostegno della Regione Toscana e alle tante collaborazioni messe in campo per la riuscita di un Festival d’eccellenza: A.S. MonteServizi, Fondazione Toscana Spettacolo onlus, Accademia d’Arti Antiche Resonars, Rete Toscana Ebraica e Jazz on the Corner.
Alto il gradimento del pubblico per una formula che, pur nella riduzione degli spazi abitualmente disponibili alla fruizione dello spettacolo dal vivo, a causa del necessario distanziamento sociale applicato in tutti gli eventi in cartellone, e nonostante la sospensione dei Corsi di Interpretazione Musicale che ogni estate vivacizzavano Monte San Savino con i suoni e i sorrisi di circa duecento studenti, ha saputo reinventarsi, cercando spazi e palcoscenici alternativi. Come per la tournée di “Colmi, Lazzi, Scherzi, Inezie”, lo scherzo o scemenzuola di Ettore Petrolini a firma di Officine della Cultura e Orchestra Multietnica di Arezzo che ha raccolto la sfida della creatività lanciata dal Festival trasformando un furgone in palcoscenico e in platea strade, balconi, finestre, piazze e giardini della Val di Chiana, raggiungendo un pubblico solitamente lontano dall’evento serale, unendo alla forza comunicativa della musica e del teatro l’invito alla solidarietà e alla condivisione. Un invito raccolto dal pubblico con una donazione di 1.000 euro in contanti e vari cestini di generi alimentari e beni di prima necessità prontamente donati dai curatori della manifestazione alla Fraternità Federico Bindi con un pensiero a chi, in questo momento difficile, ha ancor meno del necessario per sopravvivere.
Il Festival delle Musiche va dunque in archivio con la certezza di aver svolto un ruolo prezioso in un’estate che nessuno avrebbe mai voluto vivere, non solo per la parte dedicata all’intrattenimento, pur essenziale, ma per la cura e l’economia di un sistema, quello della trasmissione culturale, dello spettacolo dal vivo e delle tante professionalità che lo vivificano, fortemente provato dalla contingente crisi sanitaria.