Ottavia Piccolo è Anna Politkovskaja in omaggio all’Art. 21 della Costituzione

A Lucignano il 2023 accende i riflettori sul teatro nel suo farsi racconto civile ed etico, nel suo essere cronaca e memoria, nel suo rappresentarsi quale occasione speciale per una riflessione sull’oggi. L’appuntamento è fissato per lunedì 16 gennaio, con inizio alle ore 21:15, quando presso la Sala Don Enrico Marini andrà in scena un’attrice d’eccezione, Ottavia Piccolo, in “Donna non rieducabile” di Stefano Massini, un piccolo grande “caso” della scena teatrale italiana, in scena da 15 anni ma ora più che mai attuale, in una produzione firmata da Officine della Cultura.

L’evento, a cura di Comune di Lucignano e Officine della Cultura, è realizzato con il contributo del Consiglio Regionale della Toscana nell’ambito della Festa della Toscana 2022 in nome della difesa dell’Art. 21 della nostra Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Floraleda Sacchi, arpista, compositrice e produttrice, sarà sul palco insieme ad Ottavia Piccolo con una colonna sonora eseguita dal vivo composta appositamente per lo spettacolo. Ingresso € 10,00; il ricavato sarà interamente devoluto a favore delle attività sociali dell’Orchestra Multietnica di Arezzo. 

Scritto da Stefano Massini e diretto da Silvano Piccardi, “Donna non rieducabile” è l’adattamento in forma teatrale di brani autobiografici e articoli di Anna Politkovskaja, la giornalista russa trovata morta il 7 ottobre 2006 nell’androne della sua casa moscovita, uccisa da quattro colpi di arma da fuoco. Lo spettacolo dà voce allo smarrimento, all’orrore, alla dignità e anche all’ironia di una donna ed una giornalista indifesa e tenace, con il rigore e l’intensa partecipazione di un’attrice che in quei valori di libertà si identifica fino in fondo.

In “Donna non rieducabile” viene dunque raccontata la storia autentica di una giornalista, ma prima di tutto di una donna e di una cittadina con un altissimo senso etico e civico, che ha deciso di far sua quella libertà di parola, e di documentazione, fino alla conseguenza più estrema: la perdita della parola e della vita stessa. Un racconto ancora più urgente in un momento storico che, mentre da un lato mette in luce quanta verità ci fosse nel rincorrersi degli appunti di Anna Politkoskaja, nei suoi articoli di denuncia, nella sua volontà di tenere alto il principio della libera manifestazione del pensiero, per tutti, in un paese oggi in guerra dove molti dei protagonisti sono gli stessi attori, dall’altro sottolinea quanto sia ancora vitale proteggere l’Art. 21 della Costituzione, in un paese come l’Italia in cui i giornalisti, soprattutto d’inchiesta, sono quotidianamente soggetti a intimidazioni, querele e minacce anche mortali.

In “Donna non rieducabile”, citando le parole del regista Piccardi: «emerge con forza che Anna non era una militante politica, era una giornalista. Una giornalista e una donna, senza alcuna mira di potere o altro, se non quello di portare avanti, con tenacia e determinazione, il proprio mestiere. Il suo fu uno sguardo aperto, senza prevenzioni né compromessi, su quanto avveniva nel suo paese, partendo dalla lontana Cecenia, per arrivare a incontrare i momenti più terribili della recente storia russa (dalla strage al Teatro Dubrovka di Mosca, a quella nella scuola di Beslan).

Se il vecchio potere sovietico, per imporre il proprio controllo su ogni forma di dissenso o, più semplicemente, di libero pensiero, si sentiva in dovere di costruire leggi, tribunali e processi speciali, che legittimassero in qualche modo l’accanimento repressivo, istituzionalizzandolo – il nuovo sistema di potere, per eliminare la presenza scomoda del “punto di vista” libero di questa donna, ha agito come un qualsiasi potere mafioso, affidandosi clandestinamente a dei sicari, a dei killer senza volto. La vita di Anna è diventata qualcosa di unico e di emblematico, in cui la vicenda personale e professionale ha finito con l’assumere di per sé un meta-significato, un valore simbolico di qualcosa che ancora sembra sfuggire alla comprensione e alla coscienza contemporanea».

“Donna non rieducabile” dà inizio all’anno teatrale 2023 del Comune di Lucignano anche se la stagione teatrale, a cura dell’amministrazione comunale e di Officine della Cultura, si svolgerà con il ritorno della bella stagione dati i lavori in corso presso il Teatro Rosini. Info e prenotazioni: Officine della Cultura – Via Trasimeno, 16 – Arezzo tel. 338 8431111 biglietteria@officinedellacultura.org; Ufficio Turistico (Museo Comunale di Lucignano) piazza del Tribunale – Lucignano tel. 0575 838001. Ulteriori informazioni: www.officinedellacultura.org.