Venerdì prossimo, alle ore 18,00 nella Chiesa di Sant’Angelo al Cassero di Castiglion Fiorentino, il professor Ivo Biagianti dell’Università di Siena presenterà il libro di Santino Gallorini “La visione geniale.
Leonardo in Valdichiana:
un progetto idraulico per Castiglion Fiorentino”, Edizioni Effigi. L’evento sarà organizzato dal Comune di Castiglion Fiorentino e interverrà oltre all’autore anche l’Assessore alla Cultura, avvocato Massimiliano Lachi.
Il libro mette in luce un inedito progetto idraulico studiato da Leonardo da Vinci nell’estate del 1502, su sollecitazione del condottiero Vitellozzo Vitelli, volto a portare l’acqua del fiume Cilone sul lago di Brolio.
L’indagine inizia col prendere in esame i rapporti di importanti esponenti della famiglia Vitelli di Città di Castello con Castiglion Fiorentino, dove sul finire del Quattrocento andarono in esilio e vi acquistarono varie proprietà, tra cui un palazzo e vari terreni vicino al lago di Brolio, un importante specchio lacustre artificiale – costruito dal Comune di Arezzo nel XIII secolo – che forniva buone quantità di pesci.
Vi sono lettere a firma di Paolo e Vitellozzo Vitelli, datate 1498, dove sono documentati importanti invii di grandi quantità di pesce dal lago castiglionese a Firenze.
Nella primavera del 1502 Vitellozzo era un capitano del Valentino e Leonardo prestava la sua opera di ingegnere militare per le spedizioni del Vitelli condotte su ordine del Borgia.
Mentre il Da Vinci si dirigeva da Piombino verso Foligno per collegarsi a Vitellozzo e al Valentino, il 4 giugno scoppiò una ribellione anti-fiorentina ad Arezzo e il Vitelli, su ordine del Valentino, si diresse con la sua compagnia a portare aiuto ai rivoltosi della città della Toscana Orientale, portandosi dietro Leonardo il quale doveva studiare come prendere il Cassero aretino, ultimo baluardo dei fiorentini e dei loro alleati.
Mentre continuava l’assedio del Cassero, Vitellozzo conquistò i vari castelli intorno ad Arezzo e fra questi ci fu Castiglion Fiorentino, che si diede spontaneamente al Vitelli.
Lo studio di una mappa leonardiana “minore” contenuta nel Codice Atlantico, trascurata fin qui dagli studiosi, ha portato Gallorini ad ipotizzare che quella che poteva sembrare la raffigurazione di una situazione reale in realtà era un progetto.
Lungo il disegno di un corso d’acqua Leonardo ha appuntato dei capisaldi con le relative distanze arrotondate all’unità di braccio (meno di 60 cm).
E ricercando su estimi e catasti quattro-cinquecenteschi di Castiglion Fiorentino appare evidente che quel corso d’acqua non c’è mai stato.
Da qui l’ipotesi che quel progetto di canalizzazione di un corso d’acqua diretto al lago di Brolio sia stato commissionato a Leonardo da Vitellozzo per sopperire all’abbassamento del livello delle acque del lago nel periodo estivo, con conseguente minaccia per la sopravvivenza dei preziosi pesci.
Leonardo, per eseguire le attente misurazioni riportate sulla mappa, dovette per forza rimanere parecchi giorni nel territorio di Castiglion Fiorentino e verosimilmente fu ospitato nel locale Palazzo Vitelli, ancora oggi presente nel paese della Valdichiana.
Verso la fine di luglio 1502, su ordine del Valentino sia Vitellozzo che Leonardo abbandonarono la Toscana Orientale per dirigersi a Urbino. Fu in quel mese e mezzo tra il giugno e il luglio 1502 che Leonardo realizzò la mappa con il suo progetto che per la precoce morte del Vitelli rimase sulla carta.