Ha quasi due 200 anni e non li sente. Sì perché, l’oggetto in questione, è stato riportato all’antico splendore grazie al certosino lavoro di Gian Lorenzo Pignatti su indicazione del comune di Castiglion Fiorentino e con la collaborazione della Sovrintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana e della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
Si tratta di un manoscritto dei 512 presenti in Biblioteca dello storico castiglionese Giuseppe Ghizzi che comprende alcune delle cartografie del centro storico e del territorio più suggestive. Il Fondo Antico, intitolato allo storico locale Giuseppe Ghizzi, rappresenta il nucleo originale della Biblioteca Comunale di Castiglion Fiorentino, costituita nel 1873 in seguito alle soppressione delle Compagnie Religiose del 1866. Il Fondo Antico, composto da volumi di argomento legale, religioso e filosofico, fu così costituito dalle “Librerie” degli Scolopiani, dei Minori Conventuali e dei Cappuccini.
La Biblioteca venne dapprima collocata in due sale del Palazzo degli Scolopi, poi nel Palazzo Comunale, quindi in Palazzo Dragomanni, per trovare infine la sua collocazione, nel 1999, nei locali di Palazzo Pretorio. Il primo bibliotecario fu, nel 1873, Giuseppe Ghizzi, autore della prima Storia di Castiglion Fiorentino. Convinto dell’importanza della tutela della memoria storica che sottostava al suo impegno di “raccoglitore” oltreché di scrittore, decise di lasciare al Comune una parte della sua biblioteca, escludendo i manoscritti e i documenti. Nel 1895 fu la vedova Eleonora Gnagnoni a donare al Comune una parte considerevole della raccolta: 465 filze. Nel 1929 il Bibliotecario del Comune di Castiglion Fiorentino, Don Angelo Nunziati, individuò in casa di Giuseppe Gnagnoni, nipote del Ghizzi, altre filze di manoscritti. Si tratta complessivamente di un’imponente quantità di manoscritti (582) stampe e documenti originali e in copia, riferibile per lo più alla storia di Castiglion Fiorentino e del suo territorio.
“È necessario e opportuno dedicare sempre maggiori sforzi alla conservazione del materiale esistente, e non solo di quello che oggi viene considerato antico, raro e di pregio. Da qui la scelta di digitalizzare gran parte del patrimonio librario della biblioteca affinché venga sia conservata inalterata la memoria della nostra storia che permesso al fruizione dei tomi anche alle future generazioni” dichiara l’assessore alla Cultura Massimiliano Lachi.