di Andrea Giustini
Chi questa mattina ha visto la scena coi propri occhi ha parlato di “carneficina”. Nella notte fra ieri, giovedì 26 gennaio, e oggi, venerdì 27, ben sei fra mufloni e pecore del Parco di Lignano sono rimasti vittima un tremendo attacco di lupo. Non è chiaro se si sia trattato di un predatore solitario o di un gruppo. Ciò che è certo è che, come mai si era visto in quest’area, la fame ha spinto addirittura a scavalcare la recinsione degli animali. Non tutti sono stati mangiati: alcuni sembra siano solo stati uccisi.
E’ l’ennesimo fatto che accende un campanello d’allarme sulla situazione lupi in provincia di Arezzo, probabilmente il più impressionante. Nelle scorse settimane vi sono state innumerevoli segnalazioni di avvistamenti: a Pieve al Toppo, a Rigutino, a Castiglion Fiorentino. Ma come spiega Marco Bruni, presidente del Comitato Emergenza Lupo recentemente fondato, “se ne ricevono quasi tutti i giorni“. E non è nemmeno facile comprendere la reale proporzione del problema poiché spesso le persone non denunciano, nemmeno quando vittime di attacco.
“Noi come Comitato – ha detto Marco Bruni ad ArezzoWeb Informa – siamo diventati un po’ il connettivo delle varie istanze. Ci arrivano sempre molte segnalazioni, l’ultima verso le 18 di questo pomeriggio, l’ennesimo avvistamento a Pieve al Toppo”.
Secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), a livello nazionale la Regione Toscana una delle più colpite. Nel solo periodo 2015-2019 sono stati denunciati 17.989 eventi di predazione da lupo per ben 43.714 capi di bestiame uccisi. I risarcimenti per danno ammontano ad oltre 9 milioni.
“Ma la situazione è a macchia di leopardo – ha spiegato Bruni – poiché in Sicilia e Sardegna il problema non sussiste, e nell’arco alpino “l’invasione di lupi” è minore che nell’area centrale peninsulare dell’Italia“.
“Siamo solo all’inizio. Dagli anni ’70, quando il lupo era dato come in declino, sono cambiate molto le cose. E’ stato giustamente protetto a livello europeo e reintrodotto, ma oggi ci troviamo con quasi 3.500 capi censiti, e adesso questi animali non hanno più risorse. Hanno iniziato a vagare per le aree urbane ed antropizzate, ed è venuta meno quella paura atavica che il lupo aveva dell’uomo.
“La legge impedisce sia la cattura che il contenimento di questi animali. Ed io temo anche cominceranno a verificarsi casi di attacco all’uomo, come succedeva in tempi remoti e come è successo in certi paesi, non sono leggende. Nella provincia di Arezzo ormai è evidente: abbiamo raggiunto la saturazione. I lupi non sanno più come trovare cibo. E succede come tre settimane, quando alle 8 di mattina alcuni lupi giravano intorno alle case di Rigutino. Quando un lupo ha fame mangia qualsiasi cosa“.
“Stasera – ha concluso Bruni – alle 21:00, faremo il nostro primo incontro pubblico presso la Parrocchia di Rigutino. Esporremo le nostre idee, i nostri obbiettivi, e poi daremo cifre, indicazioni, e inizieremo la raccolta firme per una petizione da indirizzare ai Ministri Lollobrigida e Picchetto Fratin“.