Mario Agnelli tra politica, territorio e futuro: il sindaco si racconta a La Voce Libera

“Lavorare, pensare, programmare”. È con queste parole che Mario Agnelli, sindaco di Castiglion Fiorentino, ha riassunto il suo approccio amministrativo durante l’intervista a La Voce Libera, evidenziando un percorso politico che dura da oltre undici anni e che ha portato la sua città a triplicare le presenze turistiche, passando da 45.000 nel 2014 a oltre 150.000 nel 2024.

“Non mi dispiacerebbe fare il sindaco di Arezzo”, ha ammesso Agnelli, commentando le voci su una sua possibile candidatura a Palazzo Cavallo, senza però sbilanciarsi. Arezzo, per lui, è la capitale della provincia, un territorio ancora pieno di potenzialità da esprimere, sia in campo turistico che industriale.

Nel corso dell’intervista, Agnelli ha espresso una visione chiara sul valore della rete tra territori e sulla necessità di una classe dirigente capace di rappresentare le istanze locali a livello nazionale. Un tema che ha toccato anche il ruolo dei partiti: “I sindaci sono un presidio fondamentale, ma vengono ascoltati solo fino alle elezioni politiche”, ha osservato.

A livello politico, Agnelli ha ribadito la sua fedeltà alla Lega: «Sono nato nel centrodestra e vorrei morire nel centrodestra». Pur non condividendo ogni posizione del generale Vannacci, ha difeso il diritto alla pluralità interna del partito e criticato l’uscita di Marco Casucci, definendola “una scelta personale, non un caso politico nazionale”.

Attento osservatore del territorio, Agnelli ha posto l’accento sul tema del commercio di prossimità: “I piccoli negozi non devono essere lasciati soli. Rappresentano non solo economia ma anche sicurezza e coesione sociale”. Il sindaco ha sottolineato le difficoltà di accesso al credito per i giovani imprenditori e l’importanza di recuperare lo spirito civico e valori comunitari spesso trascurati.

Un momento toccante dell’intervista è stato dedicato a Vittorio Sgarbi, attualmente in convalescenza. Agnelli ha ricordato con affetto l’amicizia con il critico d’arte: “Vittorio è l’uomo più libero che io abbia mai conosciuto. Lo vogliamo di nuovo in forma, a cena a mezzanotte con noi”.